L’incendio del Castello

I veronesi avanzano, tutto sembra perduto, le fiamme si alzano nel cielo. E’ la notte del 4 ottobre 1319, e i signori di Padova sono messi alle strette dai continui attacchi dell’esercito di Verona. Cangrande della Scala avanza con le sue truppe, prendendo sempre più terreno e seminando distruzione.

Il popolo è stremato, le messi devastate, e Iacopo da Carrara non vede che una soluzione: ritirarsi nella sua fortezza per riorganizzare un efficace contrattacco. Per indebolire il nemico e non lasciargli  alcuna possibilità di rifornimento, dà ordine di bruciare gli avamposti ormai indifendibili.

E’ così che, tra le fiamme, il Castello dei da Peraga cade, sacrificato in nome della lealtà al proprio signore. La gente fugge, salvando ciò che può, mentre il fuoco divora ogni cosa. Al mattino, solo cenere e terra bruciata sono i resti di una notte che non verrà dimenticata.

L’incendio del Castello è l’atto finale di quest’edizione di Peraga Medievale, che vi dà l’ultimo saluto con lo spettacolo pirotecnico “Anno domini 1319” nella notte del 4 giugno alle ore 23,00.

L’incendio del Castello

L’esercito veronese marcia contro Padova, guidato da Cangrande della Scala, e si lascia alle spalle un territorio devastato, tra macerie e distruzione: il popolo è stremato, l’esercito stanco, e la vittoria sembra sempre più lontana. Nulla sembra fermare l’avanzata nemica, e i pochi avamposti rimasti a difesa del territorio patavino stanno cedendo uno dopo l’altro.

Per non perdere la propria signoria, Iacopo da Carrara, signore di Padova, deve prendere una terribile decisione: per non lasciare ai nemici alcuna possibilità di rifornimento, dà l’ordine di bruciare le fortezze ritenute indifendibili.

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L’assedio si dispiega

Scende la sera nel territorio padovano, devastato dalla nuova guerra contro Verona. Il popolo, stremato dalle fatiche della giornata, può finalmente riposare.

Ma a Peraga nessuno dorme. Le campane suonano, l’allarme del fuoco è stato lanciato. La gente si riversa per le strade, ancora stordita dal sonno e spaventata dall’improvviso frastuono. Jacopo da Carrara ha emesso la sua sentenza: far soccombere la sua signora o dare in pasto alle fiamme le fortezze considerate indifendibili, le quali avrebbero indebolito l’azione difensiva dell’esercito patavino.

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L’assalto alla fortezza

E’ la notte del 4 ottobre 1319 e tutto tace. Dormono i villaggi della campagna padovana, dormono i contadini provati dal lavoro nei campi, dorme il bestiame nelle stalle, le luci sono spente, gli impasti riposano per diventare pane l’indomani e tutto tace.

Il popolo stravolto dalla ferocia delle milizie di Cangrande Della Scala si lascia cullare dalle tenebre della notte.

Improvvisamente un fischio sordo e meschino si fa strada nel silenzio: una breccia di fuoco squarcia il massiccio portone d’entrata al castello, una pioggia di frecce, di colpi di spada, di lance svegliano Peraga di soprassalto.

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